NFT: La nuova frontiera della tecnologia Blockchain e della proprietà intellettuale online

11/05/2021 | Innovazione

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NFT: NOT FUNGIBLE-TOKEN

Una novità che da alcune settimane sta facendo parlare di sé il mondo intero, ottenendo un successo improvviso, clamoroso e straordinario..

Parliamo degli NFT, ovvero i non-fungible token, la nuova frontiera della tecnologia Blockchain e della proprietà intellettuale online.

Ma cosa sono, come funzionano e perché hanno tutto questo successo?

Cosa sono?

Gli NFT sono dei sistemi che permettono di certificare la rarità digitale di un bene: un’opera d’arte, un video, perfino un tweet.

Definiti anche “gettoni crittografici” consentono,  tramite la tecnologia Blockchain, di acquistare, vendere e collezionare in modo sicuro opere d’arte o design digitali.

Per semplificare: quando si certifica che un’opera, ad esempio, di Velázquez è di Velázquez e non una copia, una galleria o un museo ha bisogno di specialisti per certificare che si tratti dell’originale. Ma cosa fare con le opere create dal computer?

Fino ad ora, un artista digitale poteva creare autentiche opere d’arte senza essere in grado di guadagnare denaro come fa qualsiasi altro artista. Le collaborazioni con i brand erano una delle poche fonti di finanziamento che avevano a disposizione, poiché chiunque poteva ottenere la fotografia, il collage o un altro tipo di file, senza doverlo acquistare direttamente dall’artista. I lavori di grande prestigio degli artisti perdevano valore, essendo riproducibili infinite volte. Non esisteva un vero e proprio modo di collezionare, possedere e stabilire la paternità di un’opera in modo sicuro. Grazie a questo certificato digitale che ne verifica la proprietà, l’opera ora può essere venduta, il tutto grazie a una blockchain che la registra. Chi compra, diventa il proprietario di ciò che ha acquistato, ricevendo un certificato tramite uno smart contract.

Ciò non significa che l’opera in questione diventi privata ma al contrario, può tranquillamente restare on line, accessibile a tutti.

Gli NFT aprono diverse possibilità a chi li utilizza. Immaginiamo di aver scaricato legalmente una canzone da Spotify o Apple Music. Possiamo utilizzare il file nel salone della nostra casa, ma non abbiamo alcuna “proprietà” su tale opera. Comprare l’NFT relativo ad essa, invece, consente di affermare “pubblicamente” che la canzone è nostra.

Investimento 

Ma gli NFT, così come l’arte classica – quadri, sculture, dipinti – possono essere considerati anche come degli investimenti. Come fare per cavalcare il trend e provare a capitalizzare questo travolgente successo?

Per acquistare un NFT un potenziale investitore dovrà avvalersi di una blockchain, solitamente quella di Ethereum, sebbene il mercato sia in espansione e conti anche realtà come Flow Blockchain – dove sono stati venduti gli NFT dell’NBA – Binance Smart Chain, TRON e EOS.

Al momento, la piattaforma più accessibile è OpenSea, che si basa sulla blockchain Ethereum e si definisce il più grande marketplace di NFT, ma per creare o acquistare i token è necessario avere un portafoglio Ethereum.

Ci sono poi dei marketplace più specializzati, come ad esempio NBA Top Shot, dove si possono acquistare dei momenti-video del campionato di basket USA, Valuables, per comprare i tweet, o ancora CryptoKitties, la piattaforma che ha dato il via alla rivoluzione NFT con i suoi gattini crittografici.

Rovescio della medaglia 

Gli NFT hanno aperto un mondo di possibilità per gli artisti digitali, che ora possono vendere le loro opere certificando la proprietà a chi le paga. Ma ha anche aperto un altro mondo in cui le truffe e i furti sono comuni e difficili da segnalare.

Poiché il sistema NFT non richiede alle persone di possedere il copyright di qualcosa per coniarlo, è un mercato perfetto per le frodi. Basta pagare i soldi della transazione per mettere qualsiasi cosa sulla blockchain e tradurlo in NFT, essendo possibile che il creatore di un’opera d’arte non sia la persona che la vende.

Per questo molti artisti hanno segnalato sui social network di aver trovato le loro opere in vendita con profili falsi.

Bolla speculativa e ambiente 

Euforia, prezzi in impennata, investitori in agguato. Si sta dunque gonfiando l’ennesima bolla speculativa? Secondo quanto riferito al quotidiano francese Le Monde da Nadya Ivanova, direttrice de l’Atelier-BNP Paribas, è difficile dirlo: «Per stabilire se esiste una bolla nell’economia fisica o nei mercati finanziari, occorre un punto di riferimento. Che permetta di stabilire un prezzo rispetto ad un valore reale. In questo caso non abbiamo tali dati a disposizione nel settore degli NFT. L’economia virtuale è completamente diversa da quella fisica».

Ciò che si sa, è che il prezzo medio di un NFT era di circa 4mila dollari a febbraio, ed è sceso già a 1.250 dollari ad aprile, secondo quanto riferito dalla Cnn, che cita dati di un sito specializzato. I prossimi mesi potrebbero dire se sia già l’esplosione di una bolla o soltanto una decisa correzione. Quello che certamente è già esploso, però, è il consumo di dati.

Per la “fabbricazione” degli NFT, infatti, occorre una gigantesca potenza di calcolo. Basata su numerose strutture (server farm) sparse nel mondo intero. È il principio su cui si basa anche la creazione di ciptovalute, chiamato “mining”. Un meccanismo estremamente energivoro e che comporta, di conseguenza, enormi emissioni di gas ad effetto serra.

Federica Berandi

Content Creator Trainee | Digital Innovation Days

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